ARTICOLo
Arti marziali e Danza
Due discipline che utilizzano lo stesso canale di comunicazione.
I punti di incontro tra arti marziali e danza sono più semplici di quanto possano sembrare. Secondo il famoso sinologo Marcel Granet, il concetto del mondo espresso dalla teoria Yin / Yang si basa su l’efficienza universale del ritmo. Danza e arti marziali sono le due esperienze umane in cui gli individui sperimentano maggiormente il senso del ritmo. Negli ultimi decenni si sono sviluppati sempre più incontri frequenti tra la danza contemporanea occidentale e le arti marziali orientali. La danza riscopre la componente artistica delle arti marziali, ricominciando così la ricerca di armonia, bellezza e pace che sono alla base del filosofia delle arti marziali. Il movimento e la musicalità sono alla base di entrambe le discipline, e il movimento è ciò che cambia, trasforma, unisce.
STORIA E ORIGINI
Arti Marziali
Le prime tracce di arti marziali rimandano a 5000 anni fa, in Mesopotamia. Da lì si sono poi diffuse in Cina e successivamente in tutto l’oriente in cui si sono sviluppate in centinaia di diverse discipline.
La storia delle arti marziali ha radici molto profonde: da sempre l’uomo ha cercato metodi di combattimento che lo aiutassero prima a difendersi dagli animali feroci, poi dagli altri uomini. È proprio studiando come gli animali (dall’orso alla tigre, dalla gru al serpente, dalla scimmia alla mantide religiosa) lottavano tra loro, ma anche ispirandosi agli ipotetici movimenti di draghi mitologici, che l’uomo ha iniziato a codificare sistemi di lotta e di difesa basati sull’imitazione.
Tra i maestri più famosi si trovano infatti molti monaci orientali, che sulla simbiosi con la natura e sulla sua contemplazione basavano tutta la loro esistenza. Nel corso dei secoli, le arti marziali assumono tratti legati alle diverse realtà locali, determinando così la nascita delle diverse discipline.
Tra le più conosciute, il Giappone diventa la patria di ju jitsu, karate, judo (disciplina olimpica dal 1964), kobudo, aikido, iaido e kendo; la Corea del taekwondò (disciplina olimpica dal 2000); il Vietnam del viet vo dao. Ma anche il wushu kung fu subisce le influenze dei singoli maestri che ne modificano le tecniche personalizzandole in moltissimi stili diversi, tanto che oggi si contano più di cento tecniche diverse di kung fu.
Da queste arti l’Occidente sviluppa in epoca moderna gli sport da combattimento come il kickboxing e, più di recente, tutte le forme di combattimento estremo che vanno sotto il nome di free fight o ultimate fight.
Le arti marziali sono oggi praticate da milioni di persone in tutto il mondo, in quanto in esse risiederebbe l’antico segreto della longevità dei Cinesi: chiunque, se vuole, può imparare.
Il corpo aumenta la propria resistenza raffinandola attraverso la respirazione e potenziando la concentrazione con la meditazione. In sostanza, queste pratiche possono consentire di vivere più a lungo.
Danza Contemporanea
La danza contemporanea nasce in Europa e negli Stati Uniti dopo la Seconda guerra mondiale e prosegue la rivoluzione attuata dalla danza moderna a favore di nuove espressioni corporee. Rientra pienamente nelle nuove Arti sceniche contemporanee e si pone come obiettivo l’allontanamento dalla formalità e rigidità dei canoni classici e romantici del balletto, per ritornare ad assolvere la sua funzione essenziale: la comunicazione espressiva attraverso una danza “libera”, priva di codificazioni e costrizioni.
La danza contemporanea si basa su alcuni concetti universali come lo spazio, il tempo, le linee e le curve e la sua lingua si esprime attraverso i segnali del corpo. Attraverso il corpo si cerca di dare voce alle emozioni e ai sentimenti più vicini al tempo in cui viviamo: gesti, movimenti, figure e intrecci. Per questo tipo di danza il coreografo si dedica a una ricerca soprattutto interiore.
A seconda della storia del territorio in cui la danza contemporanea si sviluppa, la ricerca si concentra su aspetti diversi. In America la ricerca è volta ad indagare il movimento del corpo nello spazio e nel tempo tralasciando nella costruzione della coreografia l’importanza della musica che divine elemento secondario della narrazione.
Il movimento del corpo viene enfatizzato e l’attenzione si sposta sulla drammaticità del singolo gesto espressivo. Si pone il corpo in spazi esterni, talvolta estremi, con l’intento di concentrare l’attenzione dello spettatore sul solo messaggio narrato dal corpo.
In Europa si sviluppa invece una ricerca che nutre un’attenzione maggiore alla drammatizzazione e alla storia narrata, dove il corpo è elemento della narrazione paritario sia alla recitazione che alla musica. Questa attenzione ha dato vita ad esempio al Tanztheater della coreografa tedesca Pina Bausch, che ha creato un vero e proprio genere nel quale la danza e il teatro divengono una cosa sola, moltiplicando i canali comunicativi e toccando corde sottili e profonde della condizione umana.
Dagli anni ’90 la danza contemporanea trova nuova attenzione grazie alla formazione e all’ingresso nelle maggiori compagnie europee di una generazione di coreografi, quali ad esempio Wayne McGregory e Alaistar Marriott, formatasi nelle accademie tradizionali ma interessati a portare la danza contemporanea nei palchi dedicati al balletto classico.
Come le Arti Marziali hanno influenzato la Danza
Possiamo ricondurre l’incontro tra danza e arti marziali ad Alexandre Nicolas Chéri Delsarte, musicista francese che creò uno stile di recitazione basato sull’osservazione delle relazioni sociali. Il suo metodo si basava su un codice di gesti ed espressioni utili ad attori e cantanti per rappresentare al meglio i sentimenti. In questa fase, arti marziali e danza, si trovavano ancora sullo sfondo. E’ a New York, nel 1972, che assistiamo al primo spettacolo in cui danza contemporanea e arti marziali si fondono. Lo spettacolo fu coreografato da Steve Paxton, che, insieme ad altri giovani ballerini, creò una nuova forma di danza, quella che chiamiamo Contact Improvisation. Qui i ballerini si ispirano nei movimenti alla vita reale, alla quotidianità. Nella loro improvvisazione utilizzano tutto il corpo creando un vero e proprio dialogo con il partner.
Sentire il contatto e il calore della pelle, lavorare col peso, il proprio e quello del partner, danno luogo a una qualità di movimento nuova, fluida ed elastica.
Creare un coreografia finita non è più così importante; bello è invece affittare o farsi ospitare in uno studio e partecipare alle “jam”, una sorta di “happening” in cui danzatori e musicisti provano insieme per ore.
Lo studio delle danze tradizionali e delle arti marziali permette alla danza di sviluppare sin da subito il concetto di “centro” (il “chi” cinese e il ki giapponese).
Le gambe perdono l’importanza estetica a loro attribuita dalla danza classica mentre il bacino, il tronco e le braccia diventano il veicolo di espressione della nuova danzatrice. Il bacino e la schiena si sono liberati delle stecche di balena dei busti, i piedi, nudi e finalmente liberi dalle scarpette, si muovono agili sul pavimento: chi danza ritrova il contatto con il suo respiro e con la terra.
Ai giorni nostri le arti marziali sono materie di insegnamento presso i più importanti corsi di formazione per i danzatori contemporanei, in Europa e in America.
Da anni ormai coreografi e insegnanti di danza contemporanea integrano movimenti tratti dalla pratica delle arti marziali con il loro lavoro.