ARTICOLo

Ispirazioni e congiunzioni con il lavoro di Maria Lai

Dagli scritti di Marion woodman

Quando la nostra fantasia fallisce, rimaniamo traumatizzati, incapaci di fare un passo indietro, incapaci di fare un passo avanti.

Sentiamo la nostra paura silente come una pietra.

Oppure possiamo aver paura di ascoltare quella pietra.

Finchè rimarremmo intrappolati nella morte del passato, saremo abbandonati.

Se in quell’assoluta oscurità possiamo donare il sangue a una pietra, lacrime al dolore, voce alla rabbia, verità alla falsità, allora il buio diventa luce e l’immobilità danza.

 

Concetti da Maria Lai

Il Guscio

La rottura del guscio finale della propria vita è rappresentato dall’arte o dalla morte.

Per Maria Lai L’arte e la morte sono accomunate dal sentimento della paura che si prova nei confronti sia dell’una che dell’altra,

si prova paura dice la Lai perché si tende ad immaginare l’arte e la morte come una chiusura , un finire, invece entrambe aprono la strada verso il non conosciuto , l’ignoto .

danza di trasformazione

Con precisi movimenti del corpo, accompagnati da musiche particolari, si intende rettificare i centri sottili dell’uomo, nell’àlchimia legati ai quattro elementi.
Si tratta di esercizi complessi, dove vengono coinvolti contemporaneamente corpo e mente.
Questi movimenti danzati venivano eseguiti nei templi egizi, greci e dell’oriente, presso determinati ordini sacerdotali, oppure al di fuori della religione ufficiale nelle scuole cosiddette misteriche, per la  trasmissione di insegnamenti e pratiche iniziatiche.
La precisione dei movimenti, eseguiti secondo il ritmo e la melodia della musica, può trasformare il centro psichico inferiore, che si esprime attraverso il corpo prevalentemente con i movimenti della testa, bloccando i pensieri  incontrollati e divaganti, fuori luogo.
Si può, poi, lavorare il centro motorio, che si esprime attraverso il corpo prevalentemente con i movimenti delle gambe e dei piedi, potenziando l’istinto e il contatto con l’inconscio.
Infine si può coinvolgere il centro emozionale inferiore, che si esprime attraverso il corpo prevalentemente con i movimenti delle braccia e delle mani, producendo una percezione più sensibile, la capacità di separare le emozioni positive da quelle negative, che svuotano l’uomo di energia vitale preziosa, potenzialmente creativa.

Il sol niger

Tenebra e luminosità insieme, una vera decapitazione della mentalità ordinaria.

Stanton Marlan dice si può essere anneriti e tuttavia illuminati.

Il sol niger è sempre un immagine del sol, un sole che illumina , il quale può bensì oscurare ogni positivismo del mondo diurno, ma non del tutto lo sguardo interiore.

In quanto negazione di una negazione, il sole nero estirpa ontologicamente la paura primordiale del non essere. l’incolmabile abisso: ovvero, l’abisso diventa il terreno sconfinato del possibile.

Questa emancipazione della mente non significa soltanto pensare pensieri neri con un cervello annerito o soffrire le ostinate depressioni del corpo.

Significa incorporare l’invisibilità in tutte le percezioni, non perdere mai l’occhio oscuro, ovvero non ignorare mai il desiderio di ombre e di dolori che l’anima ha.

Ade non è mai distante dal fratello zeus .

L essere ottenebrati è solo l’inizio ; essere neri ,vedere nero: è così che la nigredo ineluttabilmente ci tocca !

Similia similibus curantur: curiamo la nigredo diventando ,più neri del nero: archetipicamente neri, e perciò non più colorati da troppi umani pregiudizi di colore.

La conversione del nero da non colore a colore, da negativo a negazione della negazione diventa un modo in cui la coscienza occidentale può decapitare il fondamentalismo ingenuo delle proprie illusioni colorate dalla speranza.